“Sulla mia scrivania ho la fotografia di un bambino appena nato, di quattro chili e mezzo, partorito spontaneamente da una donna di 44 anni al suo primo figlio. Dietro il bambino preso dall’ostetrica ci sono io, con le mani dietro la schiena perché per quel parto io non feci nulla. La cosa più bella di tutte è che questa foto l’ha scattata la madre stessa un secondo dopo la nascita perché in quel momento non sentiva dolore e si stava godendo in serenità il suo parto. Questo è quello che accade oggi nelle nostre sale.” È con queste parole che il professor Carmine Malzoni, Presidente della Clinica Villa dei Platani di Avellino, descrive l’efficacia della tecnica del parto in analgesia, nelle condizioni ottimali per praticarla. Dare una speranza concreta alle donne di poter partorire naturalmente senza dolore e, allo stesso tempo, favorire la riduzione dei tagli cesarei non necessari. A questo mira l’attività degli specialisti di Villa dei Platani, tra le prime cliniche in Italia ad aver praticato il parto in analgesia.
“Combattere il dolore nel travaglio è stato sempre il mio obiettivo. – ci dice il professor Malzoni – Quando mi sono laureato, 51 anni fa, il parto era veramente una evenienza tragica. Le sale parto erano delle sale di tortura, le urla che si sentivano facevano quasi vergognare di essere uomini. E io da allora mi sono sempre dedicato a cercare di risolvere il problema passando prima dalle anestesie vere e proprie, che facevamo nella fase finale, poi attraverso una serie di farmaci sempre meno pericolosi, fino alla soluzione definitiva che è la parto-analgesia cioè in analgesia epidurale, che ha risolto il problema. Sono venti anni che le nostre sale parto si sono trasformate. Luoghi dove non si urla più e si prepara la donna a questo evento bellissimo nella maniera più dolce possibile. Un traguardo ottenuto grazie ad una sinergia con gli anestesisti che, di estrema professionalità, sono fortemente motivati e partecipano orgogliosi a questo evento della donna che partorisce sorridendo.”
È proprio questa sinergia il punto centrale del parto in analgesia: un collegamento diretto tra ginecologi, ostetriche e anestesisti. Quali sono, poi, le buone pratiche da seguire per una parto-analgesia corretta? “L’analgesia si applica all’inizio del travaglio, – continua il ginecologo – in perfetta simbiosi con le ostetriche, con il ginecologo che stabilisce quando si deve fare e con l’anestesista che partecipa all’evento. L’insieme di queste professionalità riesce a garantire alla donna un travaglio sereno. Questa tecnica ci aiuta, inoltre, a tenere bassa la percentuale di tagli cesarei. Se il parto in analgesia viene fatto negli ultimi minuti del travaglio esso è assolutamente inutile. La cattiva informazione, poi, non aiuta. Molte donne sono convinte che una puntura alla schiena possa portare alla paralisi ma non è assolutamente vero, non si tratta di una spinale che teoricamente potrebbe anche avere delle complicazioni. Con l’epidurale si vanno ad addormentare le fibre sensitive, quindi è sicura. Certo, per farla è necessaria una certa esperienza e soprattutto ci vuole la voglia di farlo. Una volta innescato il meccanismo, tutte le donne dovrebbero avere l’epidurale, gratis, anche se il Sistema Sanitario Nazionale non ancora la riconosce. Questa tecnica dovrebbe entrare a far parte dei Livelli Essenziali di Assistenza.”
Anche un contribuito a ridurre le percentuali di tagli cesarei, che rimangono eccessivamente alte in tutta Italia.
“Certamente. La corretta informazione riguarda soprattutto i ginecologi – dice Sergio Pascale, Primario di anestesia, rianimazione e terapia del dolore Villa Dei Platani Malzoni. – che rifuggono ancora da queste tecniche pensando di percorrere strade un po’ diverse dal parto naturale. Noi da anni pratichiamo il parto in analgesia e abbiamo numeri di tagli cesarei, in termini percentuali, bassissimi rispetto alla media campana e anche a livello nazionale. Questo perché la parto-analgesia ben condotta ha consentito nel tempo di abbassare le percentuali di cesarei soprattutto in relazione al fatto che molti di essi vengono richiesti per non soffrire. Non esiste errore più grande di questo, perché il taglio cesareo è un intervento chirurgico importante, mentre i centri veri di parto analgesia in Campania sono pochissimi. Noi siamo un centro di riferimento italiano rispetto a tale pratica, affrontata in maniera sinergica tra anestesisti, equipe ginecologica e ostetriche”.