LA LOTTA CONTRO IL TUMORE DEL PANCREAS

3D illustration of Pancreas - part of digestive system, medical concept.

Il tumore del pancreas rappresenta una delle neoplasie più temibili, anche perché si sviluppa per lungo tempo senza presentare sintomi, oppure con una sintomatologia molto vaga. La diagnosi viene quindi ritardata, e solo il 7% dei casi viene diagnosticato in stadio iniziale. La malattia è generalmente più diffusa nella popolazione anziana di età compresa tra i 60 e gli 80 anni.

Oggi, grazie allo studio e all’avanzamento tecnologico, esistono metodi di diagnosi precoce del carcinoma del pancreas. Ma è l’approccio di rete, di collaborazione tra i diversi attori del percorso diagnostico, ad essere vincente nella lotta a questa patologia che rappresenta uno dei cinque tumori più frequenti tra le donne ultra 75enni.

È proprio in questa direzione che va l’approccio della Radiologia Medica Massa di Caserta che ha ospitato, tra le altre iniziative, un incontro tra medici di medicina generale e specialisti quali radiologi, chirurghi, oncologi. L’obiettivo è quello di promuovere quella rete indispensabile per affrontare una migliore diagnosi e sostenere il paziente in tutte le fasi della malattia.

Le diagnosi del tumore del pancreas sono complesse, poco conosciute e spesso tardive.  – spiega il dottor Alessandro Giardino, specialista delle malattie del pancreas nell’Ospedale ‘Pederzoli’ di Peschiera del Garda – In buona parte tale ritardo è dovuto al fatto che la malattia stessa dà segni tardivi e talvolta in maniera subdola. Possiamo dire che i ritardi diagnostici e terapeutici sono dovuti al mancato riconoscimento della patologia. Questo avviene perché esiste una disconnessione tra il medico di famiglia, che rappresenta la prima frontiera, e gli specialisti. L’incontro di Caserta ha voluto fornire delle competenze in più al medico di medicina generale, dando voce agli specialisti e promuovendo la connessione tra le due figure professionali nell’obiettivo comune di creare un network che ottimizzi i tempi in termini diagnostici e terapeutici”.

Il medico di famiglia come attore fondamentale, quindi. “È parte integrante – continua il dottor Giardino – di un percorso lungo, complesso e pesante del paziente. L’avanzamento tecnologico, poi, è importante perché ci fornisce macchinari all’avanguardia come la risonanza magnetica, ma anche validi aiuti per la terapia chirurgica; pensiamo alla chirurgia robotica che ci permette di sperimentare nuovi approcci. Parallelamente a tale aspetto vi è la ricerca oncologica, indispensabile non solo per l’individuazione di nuovi farmaci ma anche per lo studio e il riconoscimento dei vari sottotipi del tumore del pancreas. La ricerca potrà aiutarci a selezionare la popolazione sulla base del DNA al fine di capire quale terapia eseguire, sviluppando una medicina personalizzata con cui potremo cucire addosso al paziente la migliore terapia sulla base delle sue caratteristiche personali”.

Il confronto tra medici di medicina generale e specialisti nei campi della diagnostica, della radiologia, della radiologia interventistica e dell’oncologia è indispensabile.  – spiega il dottor Giuseppe Belfiore, tra i maggiori esperti di Radiologia interventistica – Vogliamo che la formazione e l’aggiornamento vengano svolti insieme a chi quotidianamente affronta la patologia con il paziente. Il medico di famiglia rappresenta il primo contatto del paziente e quindi il primo approccio alla diagnosi che dovrà essere sempre più tempestiva. Tale obiettivo dovrà vedere le eccellenze sanitarie campane comunicare e collaborare fra loro al fine di sviluppare una rete di assistenza regionale volta a fornire il miglior percorso di diagnosi e cura anche per i tumori del pancreas. La presenza, poi, del dottor Alessandro Giardino, dell’Ospedale ‘Pederzoli’ di Peschiera del Garda, amplia la rete di collaborazione che risponde a tale obiettivo.”

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