ANTICOAGULANTI. PERCHÉ SONO COSÌ IMPORTANTI?

coagulazione1Il Gruppo di studio sulle piastrine non ha mai smesso di credere che dietro quella che potremmo chiamare una “non-cellula” (perché sprovvista di nucleo) potessero celarsi informazioni fondamentali per la ricerca medica. Una consapevolezza che continua ad emergere nei numerosi incontri dedicati all’aggiornamento su questo tema e che vede nell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli uno dei maggiori punti di incontro grazie all’impegno del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione coordinato dal professor Giovanni de Gaetano. I dati mostrano con sempre maggiore chiarezza che questi piccoli corpuscoli e detti farmaci antiaggreganti, come la cardioaspirina che proprio dalle piastrine derivano, possono essere importanti non solo nelle patologie cardiovascolari, come appare logico, visto il loro ruolo cruciale nella coagulazione sanguigna, ma anche nei tumori e in alcune malattie neurodegenerative.

Gli anticoagulanti – ci spiega de Gaetano – sono farmaci molto usati basti pensare all’aspirina, assunta da moltissime persone per prevenire un secondo infarto cardiaco oppure un ictus cerebrale. La novità degli ultimi anni è che l’uso dell’aspirina a basse dosi non soltanto previene degli eventi cardiovascolari ma si è osservato che può prevenire anche alcuni tipi di tumore. I parliamo in modo particolare del tumore del colon retto, del tumore della prostata e forse quello della mammella. Quali siano i meccanismi alla base dell’azione di questa molecola contro una patologia così grave come il tumore del colon retto non lo sappiamo ancora ed è oggetto di studi.”

Ma quali sono gli effetti collaterali di questi farmaci antiaggreganti che tante persone assumono? “Oggi per esempio la cardioaspirina, che viene assunta in maniera preventiva, è fatta in modo tale che il possibile danno allo stomaco, al sanguinamento gastro intestinale, sia ridotto.” Un effetto collaterale, quello emorragico che può avvenire ed è per questo che conviene come ci dice de Gaetano “non prendere mai il farmaco a digiuno, prenderlo sempre dopo aver mangiato, e per esempio dopo aver bevuto un po’ di latte che tampona l’acidità che può indurre questo farmaco.”

Oggi, infine, la medicina si sta sempre più specializzando verso un approccio personalizzato sulla base del singolo paziente. Questo vale ance per coloro che assumono farmaci antiaggreganti.

“lo studio clinico è fondamentale. – conclude de Gaetano – Non esiste il diabete ma esiste il paziente che ha il diabete. Non esiste l’aspirina ma il paziente che riceve un trattamento con l’aspirina. Da una medicina orientata all’astratto dobbiamo occuparci di una medicina che mette al centro il malato che ha delle caratteristiche ben precise e del tutto individuali. La medicina di precisione o medicina personalizzata sarà l’interesse crescente dei prossimi anni.”

 

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