PREVENIRE IL MELANOMA

melanomaIl Melanoma è un tumore maligno che origina dai melanociti, ossia da quelle cellule che contengono la melanina, un pigmento, e che conferiscono alla cute la colorazione scura. Si può sviluppare su tutto il corpo, non solo sulla pelle ma anche sulle mucose. Il melanoma cutaneo è la neoplasia che ha registrato l’aumento di incidenza più alto negli ultimi 20 anni; in Italia vengono riportati 14,3 casi ogni 100.000 abitanti all’anno nella popolazione maschile e 13,6 casi per 100.000 all’anno in quella femminile. Nella fascia d’età fino a 49 anni, è il secondo tumore per incidenza nei maschi e il terzo nelle donne. Nel 2019 in Italia sono state poste 12.300 nuove diagnosi di melanoma, che ha portato a 160.00 il numero delle persone che vivono dopo la diagnosi, con un incremento, in 5 anni, del 97%. Si è ulteriormente abbassata l’età media al momento della diagnosi, in quanto il 20% dei nuovi casi ha interessato persone tra i 15 e i 39 anni. Diversi sono i fattori di rischio per il melanoma. Quello più importante è rappresentato dall’esposizione ai raggi UV, compresi quelli artificiali. Altri fattori sono la presenza di nevi melanocitari in numero>15, di nevi atipici, di nevi giganti, il fototipo chiaro della pelle, la storia personale o familiare di melanoma. L’abbassamento dell’età che ha riguardato le nuove diagnosi di melanoma, unitamente al progressivo incremento di tale neoplasia, ha fatto sì che siano stati messi sotto accusa comportamenti e stili di vita “a rischio”, quali l’esposizione al sole intensa ed intermittente (si realizza prettamente nei week-end o nelle vacanze “mordi e fuggi”) e soprattutto l’utilizzo indiscriminato (per legge tra l’altro vietato ai minorenni) delle lampade solari; un singolo utilizzo di tali dispositivi è in grado di aumentare il rischio di melanoma del 3%, mentre un’esposizione costante, specie al di sotto dei 35 anni, aumenta tale rischio del 75%. Altro particolare curioso è che la diffusione della pratica dei tatuaggi, specie di quelli estesi e ad ampio fondo scuro, impedisce il riconoscimento della trasformazione di un nevo, per cui la diagnosi di melanoma viene ad essere posta in uno stadio più avanzato. La diagnosi di melanoma viene ipotizzata dal dermatologo, che spesso si serve di strumenti utili a ingrandire la lesione (il dermatoscopico). “La conferma di diagnosi si basa sull’asportazione chirurgica della lesione e sull’esame istologico – spiega il dottor Bruno Cardamone del Laboratorio del Melanoma dell’Istituto Clinico Mediterraneo ICM di Agropoli – che deve fornire da una parte una serie di informazioni necessarie per il prosieguo terapeutico, e dall’altro offre anche valutazioni prognostiche. Avuta la conferma della diagnosi – continua il dermatologo – sarà necessario ampliare chirurgicamente l’area di asportazione circostante la lesione (cosiddetta “radicalizzazione”) e in alcuni casi procedere all’asportazione del primo linfonodo che raccoglie la linfa proveniente dall’area corporea sede del melanoma per esaminarlo e capire se è interessato da metastasi (cosiddetta “biopsia del linfonodo sentinella”)”. Presso l’Istituto Clinico Mediterraneo di Agropoli, organizzata una task force che si occupa di melanoma.
melanoma 3“Vogliamo – spiega Cardamone – assicurare una presa in carico completa del paziente, per limitare anche i fenomeni di migrazione sanitaria assolutamente ingiustificati, che va dalla prima biopsia, alla radicalizzazione e all’eventuale biopsia del linfonodo sentinella, che, nel caso del melanoma, è eseguita in pochi Centri nella nostra Regione”. Della squadra fa parte il Chirurgo Plastico, figura indispensabile nelle ricostruzioni nelle estese asportazioni e nelle aree del corpo esteticamente più esposte; e l’Anatomo-Patologo. “Abbiamo la fortuna di avere dei referti istologici estremamente completi e dettagliati, – dice il dottore – assolutamente in linea con le raccomandazioni internazionali sulla refertazione dei melanomi. Per i casi più complessi, o che necessitano di ulteriori approfondimenti anche genetici, abbiamo in Campania un Gruppo all’Istituto “Fondazione Pascale” di Napoli, capeggiato dal Prof. Paolo Ascierto, uno tra i maggiori esperti di melanoma nel mondo, che abbiamo contattato in casi selezionati, ricevendo sempre massima disponibilità.

PREVENZIONE
Dei consigli per la prevenzione del melanoma, specie nei soggetti a rischio, potrebbero essere i seguenti:

  • evitare lunghe ed eccessive esposizioni solari, specialmente nelle ore centrali della giornata
  • utilizzare indumenti protettivi (abbigliamento con adeguate capacità di schermatura del sole, cappello ed occhiali da sole);
  • utilizzare filtri solari con protezioni molto alta (SPF almeno 30, preferibile 50); in particolare, l’utilizzo delle creme con filtri di protezione solare deve essere sempre associato a tempi di esposizione ridotti, senza prolungare l’esposizione solare.

A COSA FARE ATTENZIONE
I segni di una trasformazione di un nevo in melanoma possono essere riassunti dall’acronimo ABCDE:

  1. A: asimmetria della formazione pigmentata
  2. B: bordi irregolari
  3. C: colorazione irregolare
  4. D: dimensioni (> 6 mm o rapido accrescimento)
  5. E: evoluzione con rapidi cambiamenti, sanguinamento, etc

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