È il viola il colore scelto, a livello internazionale, per la Giornata Mondiale dell’Epilessia. Viola era il Castello Pandone di Venafro lo scorso 12 febbraio, illuminato per l’occasione.
È stato così che l’I.R.C.C.S. Neuromed ha voluto porre l’attenzione sul tema, per far conoscere la malattia ai giovani e ai cittadini, mettendo in campo i suoi esperti, le sue competenze e le sue ricerche.
Oltre alla presenza nelle scuole, a stretto contatto con i ragazzi, gli specialisti Neuromed delle Unità Operativa per la Terapia Chirurgica dell’Epilessia hanno messo a disposizione di tutti, tramite anche un numero verde attivo, le loro competenze per informare, in maniera giusta e coerente con gli avanzamenti scientifici, su un problema ancora colpito dallo ‘stigma sociale’.
“Incontrare gli studenti è serve a promuovere la conoscenza dell’epilessia, dare suggerimenti concreti su cosa fare o non fare qualora ci si trovasse davanti a una persona colta da una crisi epilettica, ma soprattutto combattere lo stigma che purtroppo talora ancora la accompagna”, spiega Alfredo D’Aniello, neuropsichiatra infantile.
“Oggi, rispetto a qualche anno fa, abbiamo a disposizione molti nuovi farmaci antiepilettici efficaci nel combattere questa malattia e con sempre minori effetti collaterali – sottolinea Giancarlo Di Gennaro, responsabile dell’Unità Operativa per la Terapia Chirurgica dell’Epilessia – Ciò permette di poter personalizzare la terapia per ogni singolo paziente. Nel 70% dei pazienti otteniamo buoni risultati con il controllo completo delle crisi e una buona qualità di vita. Purtroppo, in circa un terzo dei casi i farmaci non riescono a controllare in maniera soddisfacente le crisi e in molti di questi casi, accuratamente selezionati, la terapia chirurgica rappresenta spesso la soluzione del problema”.
“La percezione dell’epilessia da parte della società ha visto corsi e ricorsi storici. – ricorda Liliana Grammaldo, neuropsicologa dell’U.O. – I secoli hanno infatti visto confrontarsi due concezioni opposte della malattia. Da un lato la credenza che fosse una punizione inflitta dagli dei, dall’altro una visione più laica e scientifica che la considerava una malattia del cervello già ai tempi di Ippocrate. È verso il Rinascimento che scompare definitivamente la concezione di una malattia dovuta a eventi soprannaturali, per diventare una condizione medica a tutti gli effetti. Questo però non è bastato ad abbattere completamente il pregiudizio, soprattutto in alcuni contesti socio-culturali. Il nostro sforzo – conclude l’esperta – è di lavorare in questo senso: sconfiggere il pregiudizio attraverso la conoscenza”.
Cosa fare in caso di crisi epilettica
Sono pochi e semplici gli accorgimenti consigliati dagli specialisti a ragazzi, nel caso in cui si dovessero trovare di fronte ad un episodio di crisi epilettica. Innanzitutto bisogna mettere in sicurezza il luogo dove avviene l’episodio, aiutando il compagno a mettere qualcosa di morbido sotto la testa e allontanando oggetti pericolosi. Evitare di accalcarsi intorno al soggetto, slacciare i vestiti per favorire la respirazione, non introdurre oggetti in bocca, non cercare di bloccare la crisi. Importante, inoltre, è il controllo la durata della crisi, se risulta superiore ai 5 minuti diventa necessario chiamare i soccorsi. Anche nel caso in cui il soggetto non dovesse riprendersi spontaneamente è il caso di chiamare gli aiuti. Una volta che la crisi è terminata è necessario aiutare il compagno ad adottare una posizione laterale di sicurezza. Rassicurare, infine, il compagno anche perché, subito dopo la crisi epilettica, può apparire confuso.