Un robot che si inserisce nel già variegato e tecnologicamente avanzato ‘parco macchine’ dell’I.R.C.C.S. Neuromed. Il Lokomat, appena entrato in funzione nel Reparto di Riabilitazione, è un sistema robotizzato, una sorta di ‘esoscheletro’ che il paziente indossa e che consente di riprodurre la normale camminata su un tapis roulant, con l’assistenza dell’apparecchiatura robotizzata che ne supporta il peso e segue il movimento degli arti inferiori.
“Il sistema è composto da una serie di componenti hardware e software. – ci spiega Fabio Sebastiano, Responsabile della Ingegneria Clinica – Il lokomat è dotato di due sistemi di sensoristica avanzata, uno per la riabilitazione degli arti inferiori ed uno per il bacino, ai quali si aggiungono un sistema di carico e di scarico per il paziente e un sistema avanzato di realtà virtuale. Grazie a questa grande complessità, possiamo raggiungere l’obiettivo di intervenire già dalle prime ore dopo il danno (ad esempio un ictus cerebrale, ndr) per lavorare su quello che la riabilitazione avanzata ha cercato da sempre: realizzare un’assistenza e una terapia sempre più a misura d’uomo, adattare la tecnologia alle esigenze del singolo paziente.”
Uno dei benefici di avere a diposizione questa macchina è quindi nella possibilità di intervenire già da subito sul paziente. Parliamo di una riabilitazione cognitiva e neuromotoria che va ad incidere sulla cosiddetta ‘plasticità neuronale’.
“Il lokomat è l’ultima generazione di una serie di dispositivi sviluppati negli ultimi anni – ci dice Diego Centonze, Responsabile delle Unità Operative di Neurologia e Neuro-riabilitazione – che mira ad un recupero più veloce e ottimale nella deambulazione dei pazienti colpiti da patologie al midollo spinale e al cervello. Parliamo di uno strumento su cui l’eccellenza di un Istituto di riabilitazione come il nostro, come pochi altri centri in Italia, può contare per permetterci di seguire i nostri pazienti con quanto di meglio la scienza medica e riabilitativa mette a disposizione a livello internazionale.”
Una tecnologia avanzata che si basa su evidenze scientifiche molto solide. “Sappiamo oggi che una verticalizzazione precoce del paziente, – continua Centonze – una ripresa della deambulazione precoce, è fondamentale per garantire un risultato ottimale del processo riabilitativo. Il tempo è cruciale: perdere la finestra terapeutica ottimale per favorire la plasticità neuronale è purtroppo causa di un risultato riabilitativo insoddisfacente. C’è da dire che il lokomat non rappresenta tutta la tecnologia a nostra disposizione. È di certo un elemento importante, che si affianca a una palestra robotizzata molto avanzata e un laboratorio specializzato di analisi del movimento. Questo complesso di attrezzature, assieme all’esperienza del nostro personale, disegna il quadro di una riabilitazione molto completa e di avanguardia.”
Oltre che rispondere ad una esigenza clinica di assistenza di qualità, il lokomat spinge in avanti anche quella che è un’altra importante vocazione di questo istituto: la ricerca.
“La ricerca riceve un enorme stimolo dal lokomat – conclude il Responsabile – non soltanto perché ci permette di effettuare studi maggiormente controllati, capire in anticipo e impostare i tempi e le modalità della riabilitazione, ma perché ci permetterà di combinare trattamenti tradizionali con quelli più avanzati. In questo modo i risultati clinici potranno essere studiati a fondo e nei più piccoli dettagli”.
Cos’è la plasticità neuronale
Il cervello risente degli stimoli che provengono dalla periferia ed è in grado di riadattarsi sia funzionalmente che strutturalmente se dagli organi periferici arrivano le informazioni giuste. La verticalizzazione e la deambulazione assistista, sebbene all’inizio possano dipendere molto dalla macchina, sono in grado di “insegnare” nuovamente al cervello il pattern giusto della deambulazione. Ma il fenomeno della plasticità ha una finestra specifica: solo agendo tempestivamente si possono ottenere i giusti risultati.