È questa la base di partenza degli ultimi studi in questo settore. L’intento è di analizzare il ruolo dell’infiammazione in patologie neurologiche quali la Sclerosi multipla, la malattia di Parkinson o la malattia di Alzheimer, e le possibilità di trattamento mediante l’approccio integrato tra neuroscienze e psicoterapia nello studio e nel trattamento dei disturbi mentali e del comportamento che si accompagnano alle malattie neurologiche.
“I classici quadri clinici che descrivono le malattie neurologiche – dice Diego Centonze, Responsabile dell’Unità di Neurologia dell’I.R.C.C.S. Neuromed e Ordinario di Neurologia dell’Università Tor Vergata di Roma – si arricchiscono progressivamente di sintomi della sfera mentale, sempre più riconosciuti grazie ad una crescente attenzione. Ad esempio, ansia e depressione si riscontrano nei pazienti con sclerosi multipla (malattia a chiara patogenesi autoimmunitaria e infiammatoria) con frequenza maggiore di quanto una ipotesi puramente reattiva lascerebbe predire. Recenti studi, prevalentemente provenienti dal nostro gruppo di ricerca, hanno evidenziato come i disturbi dell’umore in corso di sclerosi multipla riconoscono una chiara origine infiammatoria. È per questo che un approccio integrato tra neuroscienze e psicoterapia potrebbe avere ricadute culturali e cliniche molto rilevanti”.
“Di recente – spiega Centonze – l’infiammazione è stata descritta come uno dei principali fattori coinvolti nei disturbi psichiatrici. Abbiamo osservato, infatti, come l’incidenza di ansia e depressione sia maggiore durante o poco dopo le riesacerbazioni nella sclerosi multipla recidivante-remittente. Per lungo tempo i sintomi dell’umore nella sclerosi multipla sono stati considerati come conseguenti alla presa di consapevolezza della malattia e della disabilità. Tuttavia, la loro relazione potrebbe essere più complessa. E la neuroinfiammazione potrebbe avere un ruolo prominente proprio nel determinare i disturbi psichiatrici,”.