Sonno e invecchiamento

il dottor Andrea Romigi
il dottor Andrea Romigi

Ormai lo sappiamo, il sonno incide sulla qualità della vita. Ma per fare in modo che il nostro sonno non ci causi seri problemi dobbiamo fare in modo che una corretta igiene del sonno venga mantenuta per tutta la vita. Questo perché le problematiche legate al sonno possono incidere nel corso degli anni e nelle fasi dell’invecchiamento.

I disturbi del sonno possono influire in maniera negativa sulle complicanze legate all’invecchiamento come i disturbi cognitivi.  – continua il dottor Andrea Romigi, responsabile del Centro di Medicina del Sonno Neuromed – Questo è dimostrato in vari contesti: quello più evidente è nelle malattie neurodegenerative come per esempio nella malattia di Alzheimer. Frequenti disturbi del sonno sembrano essere correlati nell’Alzheimer ad una disfunzione della proteina che regola il ciclo sonno-veglia e che si chiama oressina. Dall’altra parte ci sono dei disturbi del sonno che potrebbero predisporre alla malattia di Alzheimer, primo fra tutti le apnee del sonno. Quello che abbiamo visto è che se viene curata l’apnea del sonno si ha una minore entità dei processi neurodegenerativi che sottendono la malattia. Questo si traduce in un vero e proprio meccanismo di prevenzione. Bisogna dunque tener sempre conto dell’importanza del sonno.  – conclude Romigi – Privarsi di sonno implica andare incontro ad una serie di conseguenze cognitive, di sonnolenza diurna, di rischi legati all’aumento di pressione e ai fattori di rischio vascolari. Aver cura del proprio sonno deve diventare, per questo, parte integrante della nostra attività di prevenzione di tutti quei disturbi che possono minare la salute.”

dottor Giuseppe Vitrani
il dottor Giuseppe Vitrani

Non trascurare, dunque, qualche consiglio per mantenere una buona igiene del sonno. “Il sonno è influenzato dal nostro stile di vita – spiega il dottor Giuseppe Vitrani, del Centro di Medicina del Sonno I.R.C.C.S. Neuromed – Oggi vediamo svilupparsi dei quadri di insonnia severi dovuti soprattutto all’utilizzo di telefonini e altri presidi tecnologici durante la notte. La luce blu del computer, del tablet, dello smartphone, influisce negativamente riducendo la secrezione di melatonina e aumentando la latenza di addormentamento vale a dire il tempo che va dal momento in cui ci mettiamo a letto a quello in cui ci addormentiamo. Latenza che dovrebbe rientrare nei trenta minuti ma che, invece, si prolunga oltre l’ora e mezza. Per ciò che concerne le ore di sonno bisogna dire che in genere non vale la quantità ma la qualità. Abbiamo brevi o lunghi dormitori ma la cosa importante è che non bisognerebbe scendere al di sotto delle cinque ore di sonno”.

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