Stile di vita corretto e sana alimentazione viaggiano di pari passo. Lo dimostrano i dati delle ricerche condotte dai ricercatori del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’I.R.C.C.S. Neuromed secondo cui “se ad una sana alimentazione associamo altre buone pratiche come meno sigarette, cinque pasti di frutta e verdura, trenta minuti di attività fisica al giorno possiamo prevenire fino al 60% i tumori. – ce lo dice la professoressa Licia Iacoviello, responsabile del laboratorio di Epidemiologia e Prevenzione.
Alla base di questi dati c’è lo studio Moli-Sani che con un campione di 25.000 persone approfondisce i meccanismi che legano gli stili di vita del Molise, compresa l’alimentazione, e le patologie cardiovascolari, neurodegenerative e tumorali.
Alimentazione sana per i ricercatori del progetto Moli-Sani significa Dieta Mediterranea. È da questo regime alimentare che possiamo difenderci dai tumori.
Dati fondamentali sulla prevenzione dei tumori arrivano dallo studio EPIC (European prospective investigation on cancer and nutrition) che ha coinvolto 23 centri in 10 Paesi europei (Ref. bibl. 1).
Coordinato dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) di Lyon, in Francia, appartenente all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), lo studio EPIC passa al setaccio dati e informazioni relative a mezzo milione di persone sparse in ogni angolo d’Europa, dalla Norvegia alla Grecia (Figura 1). Una macchina dalle dimensioni impressionanti, con un obiettivo ambizioso: passare ai raggi X la dieta di mezzo milione di europei per scoprire gli alimenti “protettivi” e quelli che invece favoriscono l’insorgenza di alcune patologie croniche, cancro su tutte.
Sul fronte del cancro al colon retto, le informazioni derivanti dallo studio mostrano chiaramente una stretta correlazione inversa tra consumo di fibre e insorgenza della patologia. Conferme anche per la stretta “parentela” tra eccessivo consumo di carne rossa o lavorata (vedi salumi e carne in scatola) e rischio di cancro al colon retto e l’associazione inversa con il consumo di pesce, che in un certo senso sembra riuscire a tenere a bada il rischio neoplastico.
Novità importanti riguardano anche l’eziologia del cancro al seno: i ricercatori europei hanno fatto emergere il ruolo fondamentale degli ormoni e della lotta all’obesità e dell’attività fisica come “scudi” contro l’insorgenza della malattia. Sia per il cancro al seno che per quello alla prostata, il team di studiosi ha evidenziato il ruolo del consumo di frutta e verdura, che riduce notevolmente il rischio di essere colpiti dalla patologia.
Ma quali sono i meccanismi attraverso cui la dieta mediterranea esercita il suo potere benefico? Una risposta importante in tal senso arriva proprio da uno studio condotto in Molise da ricercatori dell’IRCCS Istituto Neuromed di Pozzilli. Secondo i dati provenienti dallo studio Moli-sani (Ref. bibl. 2), questo modello alimentare potrebbe portare vantaggi anche per quella forma di infiammazione cronica non ancora manifesta a livello clinico (“low grade inflammation”), oggi ritenuta un fattore di rischio comune a numerose malattie croniche degenerative.
Dati molto recenti (Ref. bibl. 2) indicano che la dieta mediterranea riduce significativamente il livello di infiammazione sub-clinica, una condizione cronica a cui tutti siamo più o meno esposti. Non stiamo parlando di fasi acute, come un’influenza o una polmonite, ma piuttosto di uno stato silente in cui tutti, in vario grado, ci troviamo. Questo stato infiammatorio si rileva generalmente analizzando il livello di alcuni marker, come ad esempio la proteina C reattiva, o anche il numero di piastrine e di globuli bianchi (leucociti) nel sangue. Questo significa che, pur nell’ambito di condizioni apparentemente normali, piccole variazioni del numero di piastrine e globuli bianchi corrispondono a un diverso stato infiammatorio, che può essere favorevolmente influenzato dalla Dieta mediterranea. Ma non è tutto.
Uno stile di vita mediterraneo fa bene anche al cervello. Sì, perché una dieta salutare ha effetti benefici anche sulla qualità della vita, sia mentale che fisica (Ref. bibl. 3), oltre ad essere associata ad una minore prevalenza di depressione e declino cognitivo (Ref. bibl. 4,5). E probabilmente anche in questo caso il merito è del contenuto antiossidante di cui sono ricchi i cibi che la compongono (Ref. bibl. 3).
Referenze bibliografiche
Riboli E. et al, The EPIC Project: rationale and study design. European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition, Int J Epidemiol, 1997; 26 (Suppl 1): S6-14.
Bonaccio M. et al, Adherence to the Mediterranean diet is associated with lower platelet and leukocyte counts: results from the Moli-sani study, Blood, 2014; 123: 3037-3044.
Bonaccio M. et al, Adherence to a Mediterranean diet is associated with a better health-related quality of life: a possible role of high dietary antioxidant content, BMJ Open, 2013 Aug 13; 3 (8).
Rienks J. et al, Mediterranean dietary pattern and prevalence and incidence of depressive symptoms in mid-aged women: results from a large community-based prospective study, Eur J Clin Nutr, 2013; 67: 75-82.
Féart C. et al, Mediterranean diet and cognitive function in older adults, Curr Opin Clin Nutr Metab Care, 2010; 13: 14-18.