Le statistiche ci dicono che sono dodici milioni gli italiani a rischio apnee notturne e l’80% non è consapevole di tale rischio. Un disturbo che attenta alla nostra vita, basti guardare le statistiche degli incidenti stradali: ogni anno almeno 12.300 incidenti stradali e 250 morti. I disturbi del sonno sono dei problemi spesso sottovalutati, per questo è importante chiedere al proprio medico un controllo specifico quando ravvisiamo un rischio.
“Durante il sonno selezioniamo le informazioni ricevute nel corso della giornata, – ci spiega il dottor Andrea Romigi, responsabile del Centro per lo Studio e la Cura dei Disturbi del Sonno IRCCS Neuromed – con le sinapsi neuronali che vanno incontro ai cosiddetti processi di plasticità. In altri termini, mentre dormiamo accresciamo il nostro modo di acquisire informazioni e di elaborarle, ma soprattutto modifichiamo la nostra capacità di rapportarci alla realtà esterna. Ecco perché, quando le persone dicono “non ho riposato abbastanza”, in realtà non è corretto. Riposare è un termine riduttivo”.
Ma ci sono quei casi in cui il sonno è disturbato, e allora ne risentirà la capacità di svolgere le attività durante il giorno. “Un mostro terribile – spiega Romigi – è la sonnolenza diurna, che ci espone al rischio di incidenti e di mille altre difficoltà. E che mina fortemente anche la capacità di rapportarsi ai nostri valori affettivi, oltre a costituire un aumento di rischio per una serie di malattie come diabete, obesità, sindrome metabolica, patologie cardio-cerebro-vascolari, fino ad arrivare ai tumori. A sottolineare quanto dormire sia importante, poi, non dimentichiamo che la privazione di sonno è usata come strumento di tortura”.
Sono diversi i disturbi del sonno, ne citiamo solo alcuni. Nelle apnee notturne (“Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno”, nella definizione ufficiale), si hanno ripetute interruzioni dell’attività respiratoria, della durata di almeno 10 secondi, che si possono presentare anche centinaia di volte nella stessa notte. Più curiosa, poi, è la “sindrome delle gambe senza riposo”, una smania di dover muovere le gambe quando si è nel letto, che può ritardare di molto l’addormentamento e costringere a movimenti periodici delle gambe.
Ed esiste anche il problema opposto. “Ci sono – dice il responsabile del Centro – le varie forme di ipersonnia, cioè un eccesso di sonno. Ad esempio la narcolessia, una malattia rara di cui il nostro centro si occupa specificamente. In questa patologia si ha una spiccata tendenza ad addormentarsi improvvisamente, improvvisi cedimenti muscolari a seguito di forti emozioni come una risata. Ci può essere un vero e proprio cedimento delle gambe, per cui si può anche cadere e farsi male”.
A un certo momento i disturbi del sonno, da semplice fastidio occasionale, possono diventare un problema che interferisce seriamente con la vita di tutti i giorni. È il momento di rivolgersi al medico di famiglia, che potrà indirizzare il paziente a un centro specializzato. “Una volta che il paziente arriva nel nostro centro, facciamo valutazioni a tutto tondo, comprendendo una diagnostica strumentale completa. Sfatiamo subito un mito: nell’insonnia vera e propria la polisonnografia non è un esame necessario. Molto più importante è la raccolta dei dati clinici e la registrazione continua della quantità di sonno per diversi giorni, che viene eseguita fornendo al paziente uno speciale orologio da polso, l’attigrafo. La polisonnografia è invece utilissima quando cerchiamo altri disturbi, ad esempio le apnee del sonno. Una volta avuto il quadro complessivo, possiamo stabilire l’approccio più corretto, che includerà anche il coinvolgimento di diversi specialisti.
Prima di arrivare ad aver bisogno di terapie possiamo però fare molto, con quella che viene chiamata “igiene del sonno”, come sottolinea Romigi: “Essenziale è la regolarità. Dobbiamo evitare tutta una serie di fattori che disturbano il ritmo, ad esempio quelli causati dalla tecnologia moderna, il telefonino, lo smartphone, il computer. Non solo il nostro sistema nervoso rimane eccessivamente attivato, ma questi aggeggi emettono anche una luce, soprattutto blu, che frena il rilascio di melatonina, il naturale ormone del sonno che comincia a prodursi con l’abbassamento della luminosità. Da quando è stata introdotta la luce elettrica, seguita dalla televisione e dai gadget elettronici, ci addormentiamo sempre più tardi. Rispetto a 150 anni fa noi dormiamo un’ora e mezza in meno. Una vera insonnia Hi-tech”.