Con la partecipazione al meeting di Bologna sui modelli di sviluppo della e-health, il progetto Cyber Brain entra a pieno titolo nel disegno scientifico globale che intende sviluppare una maggiore efficienza, cure più avanzate e un migliore utilizzo delle risorse sanitarie. La Sanità Digitale sta infatti muovendo i suoi primi passi verso le applicazioni concrete.
Le tecnologie informatiche e di comunicazione (ICT), che hanno già trasformato il nostro modo di vivere, avranno un profondo impatto anche sulla salute. Smartphone e tablet, il cloud, i social network, l’internet delle cose, l’accesso aperto e condiviso alle informazioni e, infine, la capacità di analizzare enormi quantità di dati. Sono tutti elementi che pervadono la società moderna. E che ora sono pronti per fare il loro ingresso nelle corsie degli ospedali, negli studi medici e nelle farmacie. Fino ad oggi ci sono state soluzioni sperimentali, spesso isolate. Ma ciò a cui si deve puntare è l’integrazione totale dei sistemi informativi in sanità.
E’ questo l’ambiente in cui si è mosso il convegno bolognese. L’obiettivo era ambizioso: unire le forze di tutti quelli che stanno lavorando nel campo della Sanità digitale per stabilire processi comuni di sviluppo e di educazione all’utilizzo delle nuove tecnologie nei vari ambienti della salute. E’ in tale scenario internazionale, che ha visto rappresentanti di importanti realtà tecnologiche, sanitarie e di ricerca sia italiane che statunitensi, il Progetto Cyber Brain, che era rappresentato dall’ingegner Fabio Sebastiano, responsabile scientifico, ha trovato una collocazione naturale.
Il Polo scientifico Cyber Brain, basato a Caserta, ha infatti l’obiettivo di far dialogare il cervello con il computer. Interpretare i suoi segnali per creare applicazioni mediche innovative al servizio della lotta contro patologie invalidanti come quelle neurodegenerative e l’ictus. Traguardi che si integrano perfettamente nell’idea di una sanità del futuro che sia capace di utilizzare al meglio tutte le risorse offerte dalle ICT.
“Ciò che Cyber Brain rappresenta – dice Sebastiano – è un dialogo entusiasmante tra ingegneri, fisici, informatici e medici. Dalla neuro protesica alla possibilità di fondere in un unico ambiente tutte le informazioni sul sistema nervoso derivanti dalle varie tecniche di indagine; dalle nanotecnologie ai nuovi biomateriali, proseguendo verso la bioinformatica e la possibilità di intervenire sulle patologie nervose attraverso la neuromodulazione, tutti questi campi convergono a Caserta, con l’obiettivo di creare vera innovazione verso un futuro in cui sistema nervoso e macchine potranno essere integrati per affrontare nuove sfide diagnostiche e terapeutiche”.
Con la partecipazione al meeting di Bologna, Cyber Brain riafferma la sua posizione in prima linea in quello che sarà il nuovo modello di salute, nel quale le nuove tecnologie invaderanno massicciamente tutti i campi della medicina.