I punti di forza della nuova TAC si estendono sia all’hardware, la strumentazione vera e propria, sia al software, l’elaborazione computerizzata dei dati. Per quanto riguarda il primo aspetto, la Optima 660 è capace di adattarsi allo specifico paziente. “La macchina – spiega Sebastiano – modula costantemente la sua potenza in funzione delle necessità diagnostiche, e anche in relazione all’indice di massa corporea (il cosiddetto BMI, derivato da peso e altezza, ndr) del paziente. Il tutto si traduce in una dose di radiazioni ridotta di almeno il 50% rispetto alle linee guida europee. E non solo: c’è anche bisogno di una dose minore di mezzo di contrasto, con una drastica riduzione delle possibili reazioni avverse”. A questo si aggiunge il grande potere di calcolo, che permette di utilizzare software molto sofisticati per diverse funzioni. Come la perfusione neurologica, attraverso la quale si otterrà una valutazione molto precisa dei tumori intracranici, accompagnata da una misura quantitativa della vascolarizzazione del tumore stesso. Tutte informazioni che guideranno neurochirurghi e oncologi nella gestione del paziente.
La stessa tecnica di analisi verrà impiegata anche nella diagnosi dell’ictus ischemico. Altre capacità offerte dai programmi di elaborazione della nuova TAC saranno poi la ricostruzione tridimensionale con tempi ultrarapidi di scansione e la possibilità di eseguire precisi studi vascolari (la cosiddetta “angioTC”). In questo modo saranno effettuati approfonditi studi dei vasi sanguigni in modo da agevolare la diagnosi di aneurismi, dissecazioni o stenosi. Il software installato, in particolare, ha la capacità di mostrare la percentuale di stenosi di un singolo tratto di vaso. Nel caso dei vasi cardiaci, il software permette di verificare la percentuale di calcio depositata sulle pareti, mentre studi avanzati potranno essere condotti sul cuore dal punto di vista sia della struttura che del funzionamento.
Capitolo a parte è quello del software di navigazione. Sarà infatti possibile, letteralmente, “navigare” virtualmente all’interno di vasi, bronchi e vie aeree superiori, canale spinale, spazi intra-articolari. Una delle applicazioni che probabilmente colpiranno di più la fantasia dei cittadini, infine, è quella della colonscopia virtuale, che permetterà uno studio approfondito del colon e delle eventuali lesioni. “Dobbiamo sottolineare – dice ancora il Responsabile dell’area tecnico patrimoniale – come, tra tutte queste funzioni, la macchina spicca in particolar modo per la sua vocazione rivolta all’ictus. Non è solo una questione di precisa visualizzazione dei vasi cerebrali interessati: le immagini ottenute dallo specifico software saranno un grande aiuto per avviare in tempi brevissimi la riabilitazione dei pazienti colpiti da ischemia cerebrale”.
Ma il nuovo apparecchio non lavorerà da solo. “L’acquisizione della nuova TAC – conclude Sebastiano – si inserisce in un programma di innovazione molto più ampio, che vedrà la crescente integrazione tra tutti gli strumenti di indagine. E che porterà le nuove sale operatorie Neuromed ad avere la possibilità di integrare le informazioni provenienti da macchine diverse in una sola immagine dinamica, proprio sotto gli occhi del chirurgo, che potrà manipolarle, esaminarle sotto diversi aspetti, esattamente nel momento in cui sta operando”.