ICTUS E PREVENZIONE. IMPORTANTI AGGIORNAMENTI ARRIVANO DAL PROGETTO REMOLIC

Man with hand on face

L’incidenza e la mortalità per ictus cerebrale (“stroke” nella definizione inglese) è ancora troppo alta in Italia, soprattutto nelle regioni del Sud. Nonostante gli sforzi di  iniziative dedicate alla prevenzione, i trend epidemiologici confermano il dato negativo anche per gli anni futuri.

Diventa per questo indispensabile potenziare gli interventi preventivi e approfondire la conoscenza sulle cause legate a questa patologia, con una particolare attenzione ai provvedimenti terapeutici sia in fase pre-clinica che successiva  all’attacco ischemico. L’obiettivo è ridurre l’incidenza di questa grave patologia e, nei pazienti colpiti, contrastare efficacemente le conseguenze a lungo termine.

La prevenzione risulta essere di estrema importanza insieme a tutte le conoscenze relative alla diagnosi e la cura dell’ictus cerebrale; sulla complessità della gestione, terapeutica e non, del paziente colpito da ictus ischemico o emorragico.

Il Progetto REMOLIC, realizzato negli scorsi anni dall’IRCCS Neuromed in collaborazione con la Regione Molise, ha evidenziato la necessità di effettuare azioni costanti di informazione e prevenzione sull’ictus, oltre ad aver  creato  un registro regionale che ha “fotografato” la situazione del Molise, analizzando il numero dei casi, i trattamenti offerti, i risultati degli interventi.  REMOLIC è un vero e proprio atlante, una mappa da esaminare con cura per dirigere accuratamente le risorse sanitarie regionali nei prossimi anni.

L’Ictus cerebrale è un evento drammatico, – afferma Licia Iacoviello del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione I.R.C.C.S. Neuromed – spesso gravemente invalidante. Comporta conseguenze non solo per il malato, ma per tutta la famiglia e per la società in termini di peggioramento della qualità della vita e di costi diretti e indiretti, oltre che sociali. Con l’incontro di giovedì intendiamo divulgare le conoscenze e aggiornare sull’attualità e le prospettive nel campo dell’ictus ischemico ed emorragico. Particolare attenzione sarà dedicata ai fattori di rischio, alle strategie di prevenzione e alla terapia.”

L’ictus cerebrale rappresenta un campo molto complesso della neurologia e della clinica medica. – commenta Giovanni de Gaetano, Responsabile del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione I.R.C.C.S. Neuromed – In questo contesto la medicina  preventiva deve identificare nuove strategie per meglio informare popolazione e operatori sanitari su questa malattia e i suoi fattori di rischio. La sensibilizzazione alla prevenzione è fondamentale perché con essa possiamo prevenire sensibilmente o affrontare meglio l’ictus cerebrale e le sue conseguenze invalidanti.”

COSA CI PREDISPONE ALL’ICTUS CEREBRALE?

Con il termine “fattori di rischio” si intendono le condizioni personali o ambientali che aumentano la possibilità ad ammalarsi. Essi possono essere non modificabili e modificabili.

Fanno parte dei fattori di rischio non modificabili l’età, l’ereditarietà e storia familiare, l’etnia e il sesso.

I fattori di rischio modificabili sono quelli su cui può agire una corretta prevenzione: ipertensione arteriosa, diabete, obesità, ipercolesterolemia, fibrillazione atriale, fumo di sigaretta, dieta scorretta e assenza di moto. Diventa indispensabile, dunque, programmare e attuare interventi diretti a ridurre questi fattori di rischio, osservando uno stile di vita sano con una alimentazione equilibrata e corretta (Dieta Mediterranea) insieme ad una buona dose di attività fisica.

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