L’ictus cerebrale (“stroke” in Inglese) è causato dall’improvvisa chiusura o rottura di un vaso sanguigno nel cervello. Questo comporta un danno alle cellule cerebrali dovuto alla mancanza di ossigeno e dei nutrimenti portati dal sangue (ischemia) o alla compressione causata dal sangue fuoriuscito dal vaso (emorragia cerebrale). La caratteristica principale che bisogna considerare quando si parla di questa patologia è la comparsa improvvisa dei sintomi, con la perdita transitoria o permanente di determinate funzioni, in base alla localizzazione della struttura cerebrale che ha subito il danno. E la velocità rimane una costante anche quando si parla di cosa fare.
Una frase che ormai rappresenta un luogo comune: “il tempo è cervello”. Parliamo di quattro ore e mezza, questa è la finestra entro la quale, una volta comparsi i sintomi, l’avvio delle cure specialistiche può determinare i risultati migliori. Non c’è tempo da perdere, è una consapevolezza che purtroppo deve ancora diffondersi meglio. I pazienti, o i loro familiari, possono avere dubbi sulla sintomatologia. Magari pensano che possa essere qualcosa di poco serio, decidere di aspettare un po’, domani andiamo dal medico. Non è il giusto comportamento: quando compare il sospetto di uno stroke è meglio rivolgersi subito al 118 piuttosto che essere cauti.
Se il tempo è fondamentale, allora riconoscere quei segnali che possono indicare la comparsa di un ictus diventa un momento cruciale nel limitare i danni che il cervello potrà subire. Ecco cosa tenere d’occhio:
- Bocca storta
Un lato della bocca, o della faccia, sembra “cascante” rispetto all’altro, oppure perde improvvisamente sensibilità. Lo si vede meglio se si prova a sorridere.
- Debolezza o immobilità
Improvvisamente non si riesce più a muovere bene, o del tutto, un braccio o una gamba. Muovendoli insieme (ad esempio alzando entrambe le braccia) la differenza è evidente
- Insensibilità
Un braccio o una gamba diventano insensibili
- Difficoltà a parlare
Qualcuno con cui state parlando non riesce più a capire le vostre parole
- Difficoltà a capire
Gli altri vi parlano ma improvvisamente non capite più bene cosa vi stanno dicendo
- Difficoltà alla vista
Non si vede da un occhio, oppure di un oggetto vediamo male una metà
Non sottovalutare questi sintomi è il primo passo verso un intervento tempestivo, e quindi più efficace.
Esistono due tipi di ictus cerebrale: la stragrande maggioranza dei casi (80%) è costituita da quello ischemico, nel quale un’arteria cerebrale viene chiusa da un coagulo sanguigno che può essersi formato direttamente in quel punto o può venire da un’altra parte del corpo, ad esempio dalle arterie carotidi. Il restante 20% è di tipo emorragico, dovuto alla rottura di un vaso sanguigno. Completamente diversi tra loro, ma entrambi legati al fattore tempo. “E’ qui che entra in gioco la complessità di una Unità dedicata specificamente a questo problema – spiega il dottor Antonio Sparano Responsabile del Centro per la diagnosi e la cura dell’ictus cerebrale (“Stroke unit” nella definizione inglese) dell’IRCCS Neuromed – La Stroke unit del Neuromed vede un team di medici ed infermieri interamente dedicata a diagnosticare con precisione, valutare lo stato del paziente e decidere il tipo di intervento. Siamo gli unici in Molise ad avere una organizzazione così integrata e veramente multidisciplinare, dove la nostra squadra collabora anche con una struttura chirurgica disponibile 24 ore su 24. Affrontiamo subito l’evento, – continua Sparano – ma allo stesso tempo pensiamo subito ad attuare tutte le misure necessarie al recupero del paziente e a prevenire le complicanze, ad esempio un secondo ictus o una estensione dell’area cerebrale colpita. E vorrei sottolineare come qui al Neuromed cerchiamo di far iniziare il processo riabilitativo nel minor tempo possibile. Puntiamo a mobilizzare il paziente, a rimetterlo in piedi se possibile, non appena le condizioni lo permettono”.