Individuare in tempo gli aneurismi dell’aorta addominale in persone che non mostrano alcun sintomo. È il punto centrale del Progetto SANARE, nato da una collaborazione tra l’I.R.C.C.S. Neuromed, l’Azienda Sanitaria Regionale del Molise (ASREM) e l’Università Sapienza di Roma. Nel corso del meeting di Chirurgia Vascolare, il professor Giuseppe Lembo, Docente nella Facoltà di Farmacia e Medicina dell’Università “La Sapienza” di Roma e Direttore del Dipartimento di Angiocardioneurologia e Medicina Traslazionale del Neuromed, ha fatto il punto sull’andamento dell’iniziativa:
“Lo screening per gli aneurismi dell’aorta addominale è un momento importante per la medicina di prevenzione. Sappiamo tutti che la rottura dell’aneurisma è una patologia drammatica. Dal momento della comparsa dei sintomi, infatti, molti di questi pazienti diventano difficilmente salvabili, perché sono in una fase avanzata. Con SANARE abbiamo già esaminato 7.000 cittadini molisani, la maggior parte nella provincia di Isernia, l’area in cui abbiamo iniziato. Da qualche mese abbiamo avviato l’attività anche nell’area di Campobasso e contiamo di andare oltre, sia nell’alto che nel basso Molise.
In queste prime settemila persone abbiamo individuato dieci casi particolarmente urgenti che sono stati trattati chirurgicamente in breve tempo. Ne abbiamo altri dodici che risultano a rischio, e quindi vengono seguiti molto intensivamente, in modo da evitare che si possa sviluppare una situazione drammatica. Infine circa 80 pazienti dovranno fare controlli periodici perché mostrano alterazioni che non hanno ancora bisogno di attenzione chirurgica, ma potrebbero evolvere in futuro. E’ un grande lavoro, e SANARE dimostra che, se si concentrano le energie, anche in un territorio difficile come il Molise, con la sua bassa densità abitativa, è possibile ottenere grandi numeri. Basti pensare che i programmi di screening in un territorio come la Gran Bretagna, secondo i dati pubblicati nel 2014, parlano di circa ventimila pazienti esaminati. Già noi abbiamo dimostrato, in una popolazione di sole 400.000 persone, che il nostro “setaccio” si dimostra adeguato”.